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Ravioli del Plin

Aggiornamento: 6 apr 2022


Buon lunedì e inizio settimana a tutti!

Eccomi tornata dopo una piccola pausa della scorsa settimana.

Fin'ora non era mai successo, ma purtroppo a volte ci sono gli imprevisti e per la prima volta, non sono riuscita a portare a termine tutto il lavoro programmato per questo mese e per questo, ho deciso di fermarmi e non pubblicare nessun'altra ricetta, per ripartire più carica di prima con nuovi piatti, ma soprattutto iniziando un nuovo viaggio culinario, alla scoperta della cucina tipica piemontese.

Oggi vi propongo un primo piatto di pasta fresca, la mia passione; si tratta dei ravioli del Plin, nati nel territorio delle Langhe, del Monferrato e del Roero nel Novecento come una variante del classico raviolo quadrato.

Sono un po' più piccoli del raviolo classico e degli agnolotti tradizionali, così che possano essere perfetti da fare anche in brodo.

Il nome deriva proprio da "Plin" che in dialetto piemontese significa "pizzicotto", proprio a indicare il caratteristico gesto del pizzicare la pasta con le dita per racchiudere il ripieno tra un raviolo e l'altro.


Ingredienti (4 persone):

- 50 gr di farina di riso
- 50 gr di amido di mais
- 50 gr di farina di sorgo
- 125 gr di tuorli d'uovo

- 450 gr di macinato misto (coniglio, manzo e maiale)
- 1 carota
- 2 foglie di verza
- 1/4 di cipolla
- Sale q.b
- 3 cc di olio evo
- 1/2 bicchiere di vino bianco

Procedimento:

Per prima cosa, preparate il ripieno, mettendo in una casseruola l’olio con la cipolla e la carota sminuzzate.

Fate soffriggere, poi aggiungete il macinato, lo lasciate rosolare per qualche minuto e sfumate con il vino bianco.

A questo punto, aggiungete la verza tagliata a coltello, abbassate la fiamma al minimo e lasciate che la carne si cuocia, aggiungendo poco alla volta, se necessario, un mix di acqua e vino o se preferite del brodo vegetale.

Ci vorranno circa 40 minuti per ultimare la cottura del ripieno e a questo punto, potrete anche aggiustare di sale.

Una volta cotto, frullatelo in modo che sia omogeneo e compatto.


A questo punto, iniziate a preparare la sfoglia, mettendo il mix di farine e amido a fontana su una spianatoia.

All’interno della fontana, mettete i tuorli, con una forchetta sbatteteli, poi iniziate a unirli con la farina, togliendola poca alla volta dal bordo con la forchetta.

Quando l’impasto sarà quasi omogeneo e non più appiccicoso, potete iniziare a lavorarlo con le mani fino a renderlo liscio.

È arrivato, quindi, il momento di stendere la sfoglia: infarinate bene la spianatoia e con il mattarello o il tirasfoglia, stendetela fino a uno spessore di massimo 3-4 mm .

A questo punto, se l’avete stesa a mano, tagliate delle strisce in lunghezza di circa 10 cm (se li volete più grandi, da condire come i classici ravioli) o 5 cm (se li volete più piccini, da fare anche in brodo).


Mettete il ripieno in una sac à poche e iniziate a disporlo al centro delle strisce di sfoglia, a una distanza di 1,5-2 cm (dipende sempre dalla grandezza che gli volete dare), poi ripiegate la pasta su sé stessa (dal verso lungo) e pizzichettate i lembi ai lati del ripieno.

Con una rotella, tagliate la sfoglia nel senso della lunghezza, a poca distanza dal ripieno, poi separate i ravioli che dovranno avere una grandezza di circa 2 cm: quando li andrete a separare, tagliateli sempre partendo dalla piegatura della pasta, in modo da mettere in evidenza i pizzicotti.

I ravioli del plin sono pronti, quindi non rimane altro che cuocerli in abbondante acqua salata per 4 minuti circa (come tutta la pasta fresca, saranno cotti una volta venuti a galla) e condirli come più vi piace, io ho scelto burro e salvia, così da sentire il sapore del ripieno ed esaltarlo.


Consiglio utile: se non avete la farina di sorgo o non riuscite a reperirla, potete sostituirla con fecola di patate, farina di riso integrale o farina di grano saraceno (attenzione, perché ha un sapore più forte).


Per la versione normale: utilizzate la stessa quantità di farina 00, ma diminuite i tuorli a 100 gr.


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